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- "Chi dite che io
sia?"
Mt 16, 15b-17, 20:
"E voi, chi dite che io sia?". Simon Pietro prese
la parola e disse: "Tu sei il Messia, il Figlio del Dio
vivo". Gesù gli rispose: "Beato te, Simone,
figlio di Giona, perché questo non te l'ha rivelato nessun
in carne e ossa, ma mio Padre del cielo
". E proibì
assolutamente ai discepoli di dire ad alcuno che egli era il
Messia.
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Gesù in cammino, e probabilmente ala ricerca della
sua identità, interroga i suoi discepoli: "E voi,
chi dite che io sia?". Questo "e voi" si rivolge
ai gruppo dei discepoli, ma ha l'intensità di un "e
tu", per ciascuno personalmente, quale che sia il suo cammino. |
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- Poco prima i discepoli hanno riportato l'opinione della
gente: "Alcuni dicono che il Figlio dell'uomo sia Giovanni
Battista, altri Elia, altri Geremia o uno dei profeti"
(Mt 16, 14).
Risposte facili, che non impegnano affatto. Quando Gesù
dice "e voi", Simon Pietro è il solo a prendere
la parola. Gli altri hanno paura di pronunciarsi? Non era forse
chiaro per loro ciò che sarebbe stato giudizioso affermare?
Secondo il Vangelo non possiamo dire che Simone risponde a nome
del gruppo e che tutti la pensano come lui. Semplicemente e con
convinzione, dichiara ciò che gli sembra evidente in quel
preciso momento del suo cammino con il Maestro: "Tu sei
il Cristo (o il Messia), il figlio del Dio vivente".
Per Pietro l'espressione "figlio del Dio vivente" designa
un uomo particolarmente amato da Dio e vicino a lui. Pietro condivide
l'opinione del suo popolo a proposito del Messia: un salvatore,
un liberatore che strapperà Israele al giogo dei Romani.
A contatto con Gesù, Pietro vede senza dubbio in quest'uomo
un essere pieno di umanità, che rialza i ciechi e gli
zoppi, un profeta che libera le coscienze dalla pesantezze della
Legge
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E Gesù si complimenta con Pietro per quelle poche parole,
tanto più vere e più giuste quanto il pensiero
della gente su di lui: "Beato te, Simone!". |

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- Anche se imperfetta o parziale, l'entrata nel mistero
della persona del Cristo è fonte di gioia. Non è
riservata ad un'élite o ad alcuni specialisti delle
conoscenze religiose; un pescatore della Galilea vi accede, simbolo
di ogni persona che segue il cammino del Maestro con il desiderio
sincero di conoscerlo.
Gesù precisa: tu non hai trovato tutto ciò da solo,
"te l'ha rivelato mio Padre del cielo"; fa comprendere
che questa verità su di lui è ancora molto incompleta.
Infatti "da allora Gesù cominciò a manifestare
ai suoi discepoli che egli doveva
, soffrire molto
,
essere giustiziato e resuscitare il terzo giorno" (Mt
16, 21). E Pietro a dire: "Dio ti scampi, Signore!"
(Mt 16, 22).
Allora si comprende che Gesù "proibì assolutamente
ai discepoli di dire ad alcuno che egli era il Messia".
Prima per loro e più ancora per le folle tutto ciò
doveva apparire talmente inconcepibile ed inaccettabile.
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Dopo la passione e la resurrezione di Gesù, verrà
il tempo in cui i discepoli, illuminati e fortificati dallo Spirito,
si leveranno come testimoni di una verità che li avrà
dolorosamente segnati e sorpresi. |
Quali che siano i suoi progressi nel cammino di fede, il vero
testimone del Cristo non strombazza senza discernimento le sue
convinzioni. Come l'apostolo Paolo, è cosciente che la
nostra conoscenza è imperfetta (1 Cor 13, 12). Lo stesso
Pietro invita alla dolcezza ed al rispetto quando siamo interrogati
sulla speranza che ci abita (1 Pt 13, 15).
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- Ciò non ci impedisce di rischiare una parola convinta,
che traduca ciò che viviamo: ecco ciò che credo
poter dire oggi; questo mi rende felice, ma non pretendo di dare
una risposta pienamente soddisfacente
- Il tratto di strada che farò con voi mi aiuterà
forse a vederci più chiaro.
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